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Vi è mai capitato che vi si rompa un prodotto elettrico o elettronico, e di non sapere come aggiustarlo, né a chi rivolgersi per poterlo riparare?

Probabilmente sì! Ecco perché esistono organizzazioni come The Restart Project, che da oltre un decennio si batte per il nostro diritto alla riparazione, supportando e collegando tra loro il lavoro di migliaia di volontari e gruppi locali – per esempio Soluzioni Informatiche a Torino – che insegnano ai partecipanti di Repair Cafés e Restart Parties, come smontare aggiustare e rimontare i propri oggetti.

Quello per cui ci battiamo è il diritto alla riparazione, ovvero il diritto delle persone a scegliere liberamente se riparare un prodotto invece di doverlo sostituire anzitempo con un altro, in risposta al dilagante fenomeno dell’obsolescenza prematura e alla crescita feroce dei rifiuti elettronici, che sono a livello globale il settore di rifiuti in maggior crescita. 

Ottenere il diritto alla riparazione vuol dire avere accesso a prodotti progettati per essere facilmente smontabili, con la disponibilità a buon mercato di pezzi di ricambio essenziali per effettuare una riparazione, così come di manuali e strumenti per portare a termine le riparazioni. Perché questo è importante? Per molti dispositivi, per esempio smartphones, computer e tablet, l’impatto climatico complessivo è prevalentemente causato dalle emissioni nella fase estrattiva e di produzione dei prodotti – allungarne la vita significa ridurre la necessità di produrre molti altri prodotti con cui sostituirli: quindi meno miniere per il litio e altre materie critiche, per esempio. Ma anche meno rifiuti da smaltire.

Centrale al diritto alla riparazione è sempre più anche il software, perché molti prodotti si connettono ad altri dispositivi e ad internet, e quindi necessitano di aggiornamenti di sistema operativo per mantenersi sicuri. Spesso l’obsolescenza programmata dipende proprio dalla scelta strategica di case produttrici di interrompere il supporto a prodotti poco dopo averli tolti dal commercio, cercando di convincere i consumatori a sostituirli anche se ancora funzionanti.

A livello europeo si sta lentamente facendo progresso per rendere illegali queste pratiche, e un ruolo da protagonista lo gioca la campagna europea per il diritto alla riparazione (repair.eu) .co-fondata da Restart, e che comprende una rete di oltre 170 organizzazioni, tra cui le italiane Zero Waste Italy, Reware, WeFix.It e Giacimenti Urbani. Tra le vittorie finora ottenute, gli smartphone e i tablet che entreranno in commercio da giugno 2025 saranno più durevoli, riparabili e supportati per più anni rispetto ad oggi. E dal 2027 buona parte dei piccoli elettrodomestici e piccoli prodotti come cuffie stereo e smartwatches che contengono una batteria dovranno essere progettati per rendere possibile agli utenti cambiare batteria, invece di cambiare prodotto. Pochi mesi fa una direttiva europea ha sancito nuovi diritti per i consumatori, per esempio l’obbligo per le case produttrici di offrire servizi di riparazione per i prodotti che vendono. Ma il progresso legislativo è lento. Quindi non possiamo che continuare a mantenere pressione su legislatori europei e nazionali, mentre consigliamo a tutti di seguire le attività della campagna, e di provare sempre a farsi aiutare a riparare un prodotto, prima di decidere di sostituirlo con un altro!

Per maggiori info e per sostenere le attività:

repair.eu

therestartproject.org