Coltivare la comunità: si parte!
Marzo 26, 2024
Salone del libro: gli appuntamenti a CasaOz e ai MagazziniOz
Maggio 3, 2024

Lo scorso 22 marzo, come tutti, ho appreso dai giornali la notizia della malattia di Kate Middleton.

Non ho mai seguito le cronache reali, giudicandole storie lontane dal mio mondo e dal mio interesse. Questa volta, invece, le sue parole mi sono risuonate dentro con forza, e non solo per umana empatia. Qualche giorno prima, ero stata invitata a un convegno dell’Ordine dei medici di Torino per parlare del tempo nella malattia oncologica. A CasaOz, come sapete, accogliamo famiglie toccate da malattie diverse, tra le quali anche il cancro e negli anni abbiamo visto quanto il fattore tempo sia importante per le persone che lo affrontano. Conta il tempo della diagnosi: più in fretta arriva, più è facile che si alleggeriscano le terapie e la prognosi. E conta il tempo della cura: degli esami che non possono essere rimandati, delle liste di attesa che non dovrebbero esistere. CasaOz è presente in ognuno di questi, nella vicinanza al momento della diagnosi e nel sostegno pratico durante le cure. Ma non solo. La nostra filosofia fonda le sue radici nell’idea di un altro tempo: quello che la malattia porta via e che invece va recuperato. E cioè il tempo della vita. Infatti, CasaOz dai nostri ospiti è associata più alla guarigione che alla malattia: è un luogo di recupero, di nuove relazioni e orizzonti che ti legano alla parte sana e ottimista della vita. Luoghi come il nostro ti ricordano che tu non sei la tua malattia, ma una persona a cui è capitata una malattia e dimostrano che la normalità è sempre possibile.

Sul tempo della guarigione, aggiungo, spero possa incidere positivamente anche la nuova legge sull’oblio oncologico che restituisce alle persone la dignità di vita e riporta la malattia a quello che è: una cosa che è successa, un episodio da lasciarsi alle spalle.

Infine, tornando a Kate Middleton, ho capito che a questi tempi ne va aggiunto uno: quello dell’annuncio agli altri e della presa di coscienza della propria fragilità anche davanti alle persone che amiamo. Un tempo soggettivo e che, a differenza degli altri, non deve necessariamente scorrere veloce: ognuno ha il suo. E noi dobbiamo capire e accogliere.