Tra le funzioni che i volontari di CasaOz svolgono all’esterno, presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita, la principale è quella di far conoscere alle famiglie dei bambini ricoverati i servizi che CasaOz offre fuori dalla realtà ospedaliera.
E’ dunque nei reparti che avvengono le diverse fasi del lavoro di Giuliana: il contatto con le famiglie, che talora da mesi non si allontanano dal letto del figlio, l’offerta dell’ospitalità di CasaOz, e l’organizzazione delle brevi uscite che alcune mamme e papà si concedono. Tutto ciò è reso possibile, come spiegano le loro rappresentanti, dalla stretta collaborazione con AVO e ABIO, le due associazioni che operano sui reparti dell’OIRM.
«Proprio per dare risposta ai veri bisogni emergenti in ambito sanitario le tre associazioni AVO, ABIO e CasaOz hanno dato vita a un circuito operativo dove ognuna, per la propria specificità , si inserisce là dove termina l’operatività della precedente per non lasciare soli i genitori nel loro cammino. Infatti, per permettere alle mamme o a chi si presta a stare accanto al bambino ricoverato, AVO e ABIO segnalano e mettono in contatto CasaOz con le situazioni di difficoltà .
La possibilità che CasaOz offre ai parenti di uno spazio e di un tempo per la cura delle proprie esigenze, è resa operativa grazie alle programmate sostituzioni di assistenza accanto ai bambini ricoverati da parte dei volontari ABIO e AVO. La stretta collaborazione e intesa motivazionale di Alfia (AVO), Caterina (ABIO) e Giuliana (CasaOz) ha permesso la realizzazione di questa interazione.
È una realtà che dimostra come sia realizzabile un lavoro in rete, dove gli interventi si integrano e non si vivono come concorrenza. È il passaggio dalla logica dell’IO al NOI, unendo le forze anziché procedere come “navigatori solitariâ€. È la testimonianza che il bene comune viene realizzato a opera di un capitale invisibile: il volontariato!»
Alfia e Caterina
Per concludere con le parole di Giuliana, «anche se in alcuni casi il distacco dal letto del bambino risulta difficile, l’organizzazione delle brevi pause che i genitori a volte si concedono risulta sì laboriosa e complessa, ma altrettanto significativa e appagante».