Lo scorso 22 marzo, come tutti, ho appreso dai giornali la notizia della malattia di Kate Middleton.
Non ho mai seguito le cronache reali, giudicandole storie lontane dal mio mondo e dal mio interesse. Questa volta, invece, le sue parole mi sono risuonate dentro con forza, e non solo per umana empatia. Qualche giorno prima, ero stata invitata a un convegno dell’Ordine dei medici di Torino per parlare del tempo nella malattia oncologica. A CasaOz, come sapete, accogliamo famiglie toccate da malattie diverse, tra le quali anche il cancro e negli anni abbiamo visto quanto il fattore tempo sia importante per le persone che lo affrontano. Conta il tempo della diagnosi: più in fretta arriva, più è facile che si alleggeriscano le terapie e la prognosi. E conta il tempo della cura: degli esami che non possono essere rimandati, delle liste di attesa che non dovrebbero esistere. CasaOz è presente in ognuno di questi, nella vicinanza al momento della diagnosi e nel sostegno pratico durante le cure. Ma non solo. La nostra filosofia fonda le sue radici nell’idea di un altro tempo: quello che la malattia porta via e che invece va recuperato. E cioé il tempo della vita. Infatti, CasaOz dai nostri ospiti è associata più alla guarigione che alla malattia: è un luogo di recupero, di nuove relazioni e orizzonti che ti legano alla parte sana e ottimista della vita. Luoghi come il nostro ti ricordano che tu non sei la tua malattia, ma una persona a cui è capitata una malattia e dimostrano che la normalità è sempre possibile.
Sul tempo della guarigione, aggiungo, spero possa incidere positivamente anche la nuova legge sull’oblio oncologico che restituisce alle persone la dignità di vita e riporta la malattia a quello che è: una cosa che è successa, un episodio da lasciarsi alle spalle.
Infine, tornando a Kate Middleton, ho capito che a questi tempi ne va aggiunto uno: quello dell’annuncio agli altri e della presa di coscienza della propria fragilità anche davanti alle persone che amiamo. Un tempo soggettivo e che, a differenza degli altri, non deve necessariamente scorrere veloce: ognuno ha il suo. E noi dobbiamo capire e accogliere.