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Investire nel sociale fa bene a tutti

L’anno è cominciato con una certa apprensione nel mondo che, a vario titolo, lavora con persone affette dai disturbi del comportamento alimentare e di cui anche CasaOz fa parte anche se in maniera non esclusiva (la nostra “quotidianità che cura” si applica a tanti bisogni diversi).

L’intenzione, comunicata dal Governo nelle prime settimane del 2024, di non rinnovare il finanziamento al Fondo per il contrasto ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione ha generato il timore legittimo che molti dei servizi attivati grazie a quel contributo fossero a rischio.

Fortunatamente invece, grazie anche alla voce degli operatori e delle famiglie, il fondo vivrà seppur ridimensionato: il Governo ha scelto di mantenerlo attivo (in attesa di una copertura “strutturale” annunciata dal ministro Schillaci e prevista dall’aggiornamento dei Lea), portando però il contributo da 25 milioni a 10. Il bicchiere possiamo vederlo mezzo pieno o mezzo vuoto, ma almeno il bicchiere c’è.
E questo consente discorsi costruttivi.

Alle molte cose dette in queste settimane, vorrei aggiungerne due che riguardano CasaOz. La prima ha a che fare con il risultato più importante ottenuto con quel fondo: aprire ambulatori e centri diurni nelle Regioni in cui non esistevano, per garantire a tutti i ragazzi il diritto a curarsi vicino a casa. Una possibilità che riduce il senso di isolamento legato alla malattia e, specialmente in patologie come queste, rende il percorso terapeutico più efficace.

In un mondo ideale, chiunque dovrebbe ricevere la migliore assistenza senza lasciare i propri affetti e lo sappiamo bene noi che, con le residenze di CasaOz, ospitiamo chi vive questa esperienza. Ogni passo in questa direzione va sostenuto aumentando, possibilmente, l’investimento economico.

E qui entra in gioco il secondo punto che mi interessa sottolineare.

Per far quadrare un bilancio si tagliano gli sprechi, non le voci che generano ricchezza. Così, vedendo la somma per il contrasto ai disturbi della condotta alimentare ridursi per quest’anno da 25 a 10 milioni, si potrebbe pensare che quel contributo, nato con carattere “emergenziale” nel 2021, sia “a fondo perduto”. E invece non è così.

Tra le tante attività che CasaOz porta avanti infatti c’è il progetto “Un ponte tra ospedale e territorio” che, in collaborazione con il reparto di Neuropsichiatria pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, propone un programma di reinserimento sociale per adolescenti con psicopatologia complessa, tra cui rientrano appunto i disturbi del comportamento alimentare. Come per tutte le altre attività di CasaOz, anche per il Progetto Ponte abbiamo valutato l’impatto sociale attraverso un calcolo complesso che valuta i benefici e permette di definire le ricadute economiche, e risultati dicono che, per ogni euro investito in queste attività, la ricaduta è otto volte più grande.

Faccio qualche esempio per far capire come si arrivi a una cifra del genere. Tra i ragazzi seguiti si è vista una riduzione delle recidive e dei ricoveri del 20% e questo si traduce in un risparmio per il sistema sanitario di 450 euro per 30 giorni per ognuno. Di più: meno ricadute e meno ospedalizzazioni vogliono dire meno giornate di lavoro perse dai genitori e anche questo ha un valore economico (oltre che sociale).
Sono calcoli che noi imprenditori sociali facciamo regolarmente per dare conto ai nostri sostenitori di come impieghiamo il denaro che investono nei nostri progetti (il Progetto Ponte esiste dal 2009 grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo).

Se usassimo lo stesso moltiplicatore del Progetto Ponte per i 25 milioni che lo Stato investiva nel Fondo, otterremmo la cifra iperbolica di 200 milioni. Un dato enorme che, sono certa, sia molto vicino a quello reale. Serve che tutti imparino a guardare gli investimenti nel sociale da una prospettiva nuova: non solo un bel gesto che aiuta a far star meglio chi lo riceve e chi lo fa, ma uno strumento che genera benessere collettivo. Non solo beneficienza ma rendimento garantito per la società intera. Un cambiamento urgente che sarebbe utile a tutti. E dovrebbe venire anche dall’alto.

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