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CasaOz - Bimbo che si tuffa in piscina durante l'estate ragazzi

Perché i laboratori a CasaOz sono così importanti?

Ve lo raccontiamo attraverso le parole di chi li conduce, che ha saputo emozionarsi e parlarne con noi.

 

“La loro allegria e vedere che si divertono in acqua è una cosa bella. Questo laboratorio è stata un’esperienza positiva di gestione di una grande complessità, tante cose diverse tutte insieme che devono interagire. Cose diverse, intendo problematiche diverse, in altri posti ciò non accade, ma qui vengono messe insieme. Questa per me è una cosa positiva che crea interazione per esempio Giulia, che ha problematiche relazioni, e Martina nuotavano insieme aiutandosi e trainandosi l’una con l’altra oppure altri si sentivano più responsabili nei confronti di alcuni ragazzini.”

(Elena, Laboratorio di Nuoto)

 

“Che bello quando mi hanno abbracciato tutti insieme, tutti, è stato bellissimo, li ho presi come se fossero tutti miei bimbi. Mi viene da piangere.”

(Clarissa, Laboratorio Lego)

 

“Penso alla gioia delle mamme nel vedere le cose prodotte da loro e la gioia nel portare queste cose all’esterno. L’episodio è quando una mamma ha cercato di fare gruppo portando un suo problema, chiedendo alle altre mamme un consiglio. Dal “gruppo collane” siamo passati ad un gruppo di persone che hanno condiviso un momento importante, ed era quello che volevo creare.”

(Silvia, Laboratorio creazione di Collane)

 

“C’è una cosa che ogni tanto racconto. Io non avevo esperienza con ragazzi disabili, prima. Da una parte è un male, dall’altra è un bene perché non hai grandi preconcetti. Una volta avevamo fatto la crema pasticcera e la cosa principale era rompere le uova, che è una di quelle cose sulle quali si dividono i ragazzi tra chi non le vuole rompere e chi non vede l’ora. Io sono andato molto tranquillo senza pensare che era un gesto complicato per qualcuno. Mi aveva colpito tantissimo un ragazzo del primo laboratorio che per rompere l’uovo si è inventato un sistema fantastico, mai visto: con un dito faceva un buco nell’uovo, ma non tanto grande, e poi lo rovesciava. Il bianco usciva ed il rosso restava dentro. Poi lui apriva e aveva diviso albume e tuorlo. Io invece, scemo, ero arrivato da casa con l’aggeggio di plastica per dividere il bianco dal rosso. Lasciando un po’ di libertà riescono ad inventare delle cose. Ho fatto vedere a tutti il metodo ma lui non mi ha saputo spiegare come ci fosse arrivato.

Una cosa che poi abbiamo usato per spezzare la noia è fargli fare delle ricette fantasia: panini, insalate, tramezzini. Mettiamo al centro gli ingredienti e lasciamo ai ragazzi totale libertà di creare. Spezzano la monotonia perché si sentono liberi, senza vincoli. E poi creano: Giulia ha creato un panino a tre piani con degli stecchini. Un’idea mai vista, vai in un pub e ci starebbe.”

(Francesco, Laboratorio di Cucina)

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